qui di seguito le foto e le descrizioni (mie personali, non sono prese dalle scatole dove si trovano gli ami), ma prima un breve discorso sulla resistenza e sulle forze che agiscono su un amo in fase di pesca.
gli ami da carpfishing sono ami particolari dotati di occhiello, con o senza ardiglione, dedicati alla cattura di pesci di taglia considerevole, perciò è inutile dire: quest'amo non tira su una carpa da 10kg, questo non allama, questo non punge, tutto sta nel rig e in come viene presentato l'innesco. partiamo a descrivere i primi ami usati nel CF ai suoi albori. Dopo la venuta del "capello" gli ami usati nel carpfishing sono stati essenzialmente di tre tipi: a gambo lungo, a gambo corto e punta rientrante e a gambo curvo, queste tipologie di ami erano già usate in larga misura per la pesca a mosca, quindi si iniziò ad usare quelli, in misure più grandi ovviamente, ma le fattezze erano proprio quelle degli ami da mosca che io ho usato per anni per ingannare trote e gli inglesi usavano per prendere i salmoni. Terminato questo sproloquio moschistico, ora parto con le caratteristiche:
le carpe hanno un apparato boccale molto delicato e sensibile, la parte che noi dobbiamo perforare con la punta dell'amo è il labbro inferiore, duro e calloso. Il punto della situazione è fare in modo che la trazione sia più sovrapposta possibile alla lunghezza dell'amo, al gambo quindi, per questo gli ami a gambo dritto sarebbero più resistenti ad una trazione lineare, ma siccome è impossibile che questa avvenga sono stati inventati ami a gambo ricurvo, a schiena di maiale, questo permette di assorbire al massimo possibile le oscillazioni dei vettori forza che agiscono sulla curvatura dell'amo, se prendiamo in esame un amo a gambo corto dritto, vedremo come la forza di trazione debba essere concentrata in due punti principali, quali l'inizio e la fine della curvatura dell'amo, mentre con un amo a gambo curvo la trazione viene spalmata su tutta la curva in modo equo, limitando così le rotture e le slamate, un amo a gambo lungo invece ha dalla sua parte una leva maggiore per penetrare nella bocca del pesce, questo ha di svantaggio il fatto che una leva lunga è poco resistente alla flessione, per questo spesso sono gli ami a gambo lungo a spezzarsi più facilmente, a meno che il rig non faccia la sua parte, facendo penetrare la punta fino a 3/4 della curvatura, a questo punto l'amo diventa resistente come qualunque altro.
il secondo problema da affrontare è quello delle spuntature, ami che pungono come stiletti o aghi ipodermici sono inutili se al primo "assaggio" di un materiale non morbido, tipo l'osso del labbro inferiore di una carpa, si spuntano o perdono affilatura, questo ci impone di scegliere ami a punta un po' meno affilata ma composti di un acciaio al carbonio di qualità eccelsa, vedi l'acciaio degli ami Patridge, famosissima ditta svedese che produce ami da 200 anni, con il solo scopo di realizzarli indistruttibili, prendiamo per esempio una trota da 2kg pescata con una mosca su amo 18, perchè non si teme per l'amo? perchè di norma se le mosche ce le facciamo noi e usiamo ami patridge, che sono davvero invulnerabili. lo stesso avviene per alcune ditte che fabbricano ami per CF(li prendono dalla patridge e cambiano il nome nelle scatoline) come Tubertini owner. un'altro tipo di acciaio famoso è quello degli ami gamakatsu, quello giapponese, di qualità eccelsa per quello che riguarda le punte(vedi anche ami korda e fox) ma di gran lunga più deboli e meno resistenti alle pressioni esercitate sui gambi, per questo si allargano o si spezzano, ma questo ricordiamo sempre che è influenzato al 50% da come è fatto il rig e da come si pianta la punta, è per questo che un amo piccolo (8-6) con un rig perfetto potrà salpare una carpa da 30kg mentre uno più grande(1-2) usato male può allargarsi con una carpa da 10kg. il fatto sta nel far si che l'amo penetri nel"duro" fino a 3/4 della curva, così avremo la certezza che non si spezzerà e non lacererà la bocca della preda.
Seguendo questo ragionamento si può anche dire che un amo la cui apertura sia maggiore dello spessore della mascella(quindi del labbro inferiore) della carpa non possa mai spezzarsi, anche sollevando di peso la carpa stessa. detto questo, bando alle ciance, o amo piccolo piccolo o amo grosso grosso(come ho sempre fatto io).
la terza ed ultima parte è quella che riguarda la lunghezza e la resistenza singola di ogni parte dell'amo.
supponiamo di avere un amo a gambo lungo con una punta molto lunga, avremo due leve enormi che agiscono sulla curva, risultato: amo che si allarga al primo pesce anche da 3kg. perchè?
semplice e ovvio, la punta non deve essere troppo lunga per non allungare la leva fino allo stremo, perchè è molto più probabile che incontri sulla sua corsa un punto duro su cui fare presa e quindi pregiudicare la resistenza dell'amo. Il caso limite è il kurv shank di korda, dalle dimensioni atroci, punta lunghissima e gambo corto curvo, tutta la pressione si concentra tra l'ardiglione e l'inizio della curva, e se allamasse male sarebbe un amo perso per ogni pesce allamato, ma quel tipo di amo "punge" in maniera perfetta quasi in ogni caso.
riassumendo: non importa tantissimo lo spessore del filo o la forma dell'amo, importa che il rig sia fatto bene, e spesso ce ne dimentichiamo affidando tutto nelle mani di un amo enorme(vedi quello che faccio io coi gorilla per le acque con forte presenza di sassi e legna) dalla resistenza impressionante, dimenticando il fattore sportivo. Se da una parte è sportivo non lasciare un amo in bocca a un pesce, è d'altra parte altrettanto importante e sportivo non aprire voragini nelle bocche delle carpe con ami(in alcuni casi) inutilmente giganti.
ecco le foto e i punti dove si accumula la forza nei vari tipi di ami da CF e non.
le immagini parleranno da sole.