Pescando in mesi cosi freddi neve,vento e temperature sotto lo zero sono solo alcune difficolta' a cui andremo in contro...
Come ben si sa in questi periodi si assiste ad una quasi completa stasi delle carpe che mostrano una non indifferente apatia verso l’alimentazione, limitando al minimo gli spostamenti ed evitando il più possibile qualunque spreco di energia. Non e' una stasi completa perche' comunque dovranno alimentarsi(se pur minimamente), le nostre possibilita' sono molto ridotte ed e' per questo che dovremo affrontare la sessione senza lasciare nulla al caso.
Parlando di pesca invernale è opportuno fare un piccolo riassunto del concetto di termoclino e del ciclo di stratificazione delle acque per quanto riguarda bacini di medie profondità. Durante l’estate si assiste ad un’evidente stratificazione delle acque con uno strato superiore (epilimnio) più caldo, più leggero e quindi meno denso, con maggior concentrazione di ossigeno disciolto e che presenta uno sviluppo algale sostenuto grazie alla luce che penetra(avviene la fotosintesi) e ai tanti nutrimenti disponibili.
L'altro strato più in profondità(ipolimnio) e' caratterizzato da una temperatura più bassa, da maggiore densità, minor ossigeno disciolto e poco o nullo sviluppo algale. La fascia di separazione tra i due strati è proprio il termoclino che prenta diverse caratteristiche: vi e' una forte diminuzione della temperatura che comporta diversita' di densita' accentuata la quale non consente il passaggio di ossigeno e nutrienti dall'ipolimnio al epilimnio. Una volta arrivato l’autunno l’acqua superficiale tende a raffreddarsi aumentando la propria densità e, innescando il fenomeno del “turnover”, favorisce il rimescolamento con gli strati inferiori e quindi una progressiva scomparsa del termoclino. Sopraggiungendo l’inverno la fascia superficiale si raffredda ulteriormente e se raggiunge temperature molto basse si verifica l’inversione termica con un progressivo aumento della temperatura col crescere della profondità a causa del calore ceduto dal terreno del fondale. In primavera infine c’è un ulteriore turnover perché l’acqua fredda di scioglimento del ghiaccio superficiale va a smuovere gli strati sottostanti.
Questo fenomeno non e' uguale in tutti i laghi ma cambia a seconda dell'altezza sul mare, dei venti che soffiano ed in base alla latitudine.
Ora abbiamo le basi per sostenere che in inverno le acque superficiali hanno una temperatura inferiore a quelle sottostanti in quanto a temperature superficiali molto fredde(prossime allo 0) l'unica fonte di calore sara' il contatto dell'acqua con il fondo...giustamente si potrebbe pensare di pescare a profondita' elevate in quanto sono le piu' calde, meno sottoposte agli agenti atmosferici e quindi offrono un buon ambiente alle carpe. D'altra parte se peschiamo durante giornate di sole non sono da sottovalutare neanche gli spot in acque medio/basse o vicino a sponda in quanto il terreno assorbira' calore e lo rilascera' gradualmente in acqua. In queste condizioni i grossi ostacoli semi/sommersi offrono le migliori possibilita' di cattura in quanto oltre al calore emanato offrono anche presenza costante di cibo e un buon riparo.
Sta' poi al carpista assimilare queste nozioni e metterle in pratica...non e' facile ma l'esperienza e il senso dell'acqua possono fare la differenza in situazioni difficili come il carpfishing invernale!