VIAGGIO VERSO NORD - di Francesco Cammisa e Jacopo Ragazzini

Il lago di Endine è un lago della provincia di Bergamo, con una superficie di circa 2,3 km2 situato a 337 metri sul livello del mare, sviluppa un perimetro di circa 14 km ed è delimitato dai comuni di Endine Gaiano, Spinone al Lago, Monasterolo del Castello e Ranzanico. Incastonato in una stupenda vallata tra alti rilievi, denominata Val Cavallina, ha conservato pressoché intatto il proprio ambiente naturale. Caratterizzato da acque limpide e poco profonde di colore verde smeraldo intenso, il lago è l’habitat ideale di diverse specie ittiche tra cui il luccio, il persico reale, il pesce gatto, il siluro e infine la nostra amica carpa. Le sponde, sono spesso cosparse di fitti canneti e sono caratterizzate da fondali che digradano in modo piuttosto repentino, consentendo lo sviluppo di una pianta acquatica particolarmente nota a noi carpisti: la ninfea. La presenza di canneti e di ninfee e, inoltre, di fondali particolarmente duri nei primi 20-25 metri da riva hanno contribuito inizialmente allo sviluppo della tecnica del “marginal fishing”. In questo lago il carpfishing ha trovato sin da oltre vent’anni fa, un ambiente idoneo allo sviluppo di tale particolare tipologia di tecnica. Le carpe, infatti, erano solite pattugliare le zone del sottoriva perché qui potevano trovarvi riparo e inoltre potevano trovarvi cibo come gamberi, anellidi e altri animaletti di fondo di cui il lago ne è ricco.



Oggi purtroppo, dopo tanti anni di pressione di pesca, le carpe hanno iniziato ad allontanarsi da riva e a preferire zone molto più anonime rendendo più difficile la loro individuazione. Come citato prima, il lago è situato all’interno di una vallata, incastonata quasi in modo bucolico tra due catene di rilievi. Tale particolare conformazione influisce enormemente sulla tipologia del fondale. Infatti se vi fate un giro con la barca e l’ecoscandaglio, vi accorgerete che individuare degli spot validi non sarà per niente semplice. L’intero lago è caratterizzato da bassi fondali, prevalentemente fangosi. In poche parole è una “vasca di fango” con rarissimi punti di riferimento e senza particolari dislivelli di profondità che ci faranno pensare a scalini o a plateau sopraelevati o a buche ecc. Nulla di strano se ci pensiamo, basta alzare lo sguardo ai monti di fronte che si capisce come mai il fondale sia così fangoso: le piogge negli anni hanno slavato le montagne portando al lago una notevole quantità di detriti che nel corso dei millenni si sono accumulati sul fondale e questo processo continuerà inesorabilmente fino al riempimento del lago stesso. Non a caso era partito un progetto che avrebbe dovuto svuotare il lago da questi sedimenti e riportarlo ad una profondità più sostenuta, ma purtroppo la mancanza dei fondi hanno slittato tale opera a data da destinarsi. Scrutando il panorama a bordo riva sarà molto facile notare i solchi lasciati dai torrentelli di acqua piovana o da scioglimento delle nevi, che scendono lungo la dorsale dei monti. Per questo l’invaso, tranne in poche zone, si presenta davvero complicato in tema di studio del fondale e ciò non ci aiuterà certamente nell’individuazione degli hot spot. Immaginando di proiettarci nello spazio, la profondità del lago tenderà ad aumentare lentamente fino ai nove metri di profondità in un’unica grande e dolce buca centrale, caratterizzata da un plateau posto proprio in mezzo, quasi a baricentro, in cui la profondità si riporta intorno ai 5-6 metri. Proseguendo verso nord e verso sud il lago si riporterà a profondità notevolmente inferiori come visibile dalla piantina batimetrica del lago. In generale possiamo dire quindi che il lago è caratterizzato al 70% da fondali piuttosto bassi la cui media varia dai 4 ai 6 metri raggiungendo nel restante 30% la profondità massima di 9-9,5 metri.



Tale conformazione sarà da tenere in considerazione in merito alla scelta della postazione di pesca e anche in base al periodo dell’anno in cui affronteremo la sessione. Inoltre tenete conto che qui siamo molto a nord: in inverno inoltrato le temperature spesso scendono in picchiata bloccando l’intero lago sotto uno spesso strato di ghiaccio. Quindi con l’inoltrarsi della primavera le aree basse, ben riscaldate, potranno sicuramente essere molto produttive, ma lo saranno anche in piena estate per due motivi: qui la bella stagione non è particolarmente lunga e nemmeno troppo calda. Quindi le carpe saranno attive per tutta l’estate e potremo intercettarle bene anche nelle zone meno profonde del lago. Nel periodo autunnale o tardo autunnale infine vanno bene sia gli approcci di ricerca, che di intercettazione, così come saranno produttive le aree marginali, in cui, a mio parere, gli esemplari di buona taglia si recano per fare le ultime abbuffate prima del gelido inverno, periodo in cui non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello di partire per questo lago. L’acqua ferma e bassa rendono davvero difficile la pesca a temperature al di fuori dello standard per le tecniche alla carpa, meglio andare altrove! Posso quindi affermare che, nonostante la pressione di pesca che storicamente ha portato i pescatori a cercare le carpe non “troppo lontano”, ad Endine le carpe hanno ancora l’abitudine di frequentare le zone marginali del sottoriva caratterizzate da un fondale duro, seppur in queste zone la nostra presentazione dovrà essere davvero impeccabile, poiché queste aree sono anche dimora dei pesci di disturbo e della innumerevole presenza di gamberi. Di contro, altrettanto pattugliate saranno le zone di acqua più profonda anche a distanza notevole da riva. Le carpe infatti si sono abituate a cercare il cibo nel fango e a pascolare liberamente anche in grossi branchi in zone del lago completamente libere da ostacoli e da spot interessanti. Personalmente quando pesco ad Endine una canna la dedico sempre al sottoriva, specialmente nelle ore notturne in cui le carpe si avvicinano e aspettano i gamberi che escono dai canneti. Durante il giorno la strategia da adottare sarà quella di intercettamento, basata cioè su una pasturazione per area e ad un posizionamento degli inneschi nel settore “a sbarramento”. In questo modo potremo intuire dalle prime partenze da dove proviene il pesce e come continuare ad intercettarlo.











Altrettanto utile sarà l’approccio visivo di ricerca, molto verosimilmente dove vedremo saltare delle carpe in quelle aree riusciremo a prenderle. La loro individuazione non sarà poi particolarmente difficile, sarà sufficiente un binocolo di media portata, poiché data la pacatezza delle acque e date le medie distanze, potremo avere facilmente sott’occhio l’intero settore di pesca di fronte a noi. Per quanto riguarda poi la canna, o le canne, marginali, personalmente le preferisco posizionare nelle ore serali , quindi segnaleremo la zona di interesse con un segnalino, durante il giorno la pastureremo costantemente con qualche manciata di boilies di buon diametro e vi porteremo la lenza nelle prime ore del tramonto. Solitamente queste aree se ben “seminate” possono regalare ottimi frutti. Infatti se saremo bravi e pazienti nella pasturazione giornaliera e a far recepire che in quella zona c’è cibo facile senza rischio, nelle notti a seguire qualche esemplare di taglia potrà cedere al nostro invito a cena. Il mio consiglio è quello di utilizzare inneschi affondanti o ad omino di neve di diametri intorno ai 24mm non particolarmente sgargianti, personalmente amo utilizzare infatti popups in linea sia cromatica che aromatica con la boilies affondante. Inoltre se pescheremo in queste aree prevalentemente di notte non avremo bisogno di esche visibili, ma, preferibilmente, ci saranno d’aiuto esche attrattive grazie all’utilizzo di sostanze idrosolubili e altamente attiranti. Infine consiglio di proteggere tali inneschi dagli attacchi degli “indesiderati” utilizzando retine, guaine termoretraibili o calze da donna perché in queste aree potremo incontrare facilmente tanti disturbatori, meglio quindi un grosso diametro e esche protette. Tali accorgimenti appena citati non influiranno minimamente sulla percezione dell’esca poichè la lasciano lavorare, in fondo tra le maglie di una retina, o di una calza, la boilies lavora alla perfezione, allo stesso modo con la guaina termoretraibile se accuratamente forata. In questo modo potremo serenamente andarcene a letto senza il dubbio insostenibile di non essere adeguatamente in pesca. Nel lago di Endine poi è attiva una folta schiera di bellissimi e forti siluri, quindi attenzione a cosa pasturate!





Pellets di grosso diametro, boilies particolarmente pesciate o carnose, come quelle della foto, potranno complicarci un po’ le cose nell’intercettazione delle carpe, seppur efficaci, ma di certo non saranno evitate dai siluri. Poiché molto attratti da questo tipo di esche, se i siluri entreranno nel nostro settore non ce li toglieremo di torno e sarà complicato intercettare le carpe, anche se, come spesso accade, quelle più belle si trovano proprio in mezzo ai siluri, quindi molta attenzione alla fase di pasturazione e alla scelta del tipo di esca se non volete avere a che fare con questo splendido e forzutissimo pesce. Preferibilmente amo utilizzare esche dolci, anche arricchite con una buona dose di farine proteiche di pesce o di fegato, ma prevalentemente orientate su sapori dolci e cremosi capaci di ergersi dalle tonalità scure del fango e dagli odori che questo emana. Spero di avervi dato qualche nozione utile e chiara, qualora voleste partire per una meta che di certo lascerà in voi un ottimo ricordo. Per la bellezza del luogo, la tecnicità dell’assetto di pesca e, non meno importante, per la morfologia dei pesci, non disdegnerete di certo questa meta che ha scritto le pagine più belle del carpfishing nostrano. Un arrivederci quindi al prossimo articolo e come sempre, in bocca alla carpa!

complimenti ragazzi!!!!davvero complimenti!!!!posto da storia e catture stupende!!!grandi!!!!

Endine ha qualcosa in più di molti altri posti...ha fatto e farà la storia del cf italiano...bellissimo quanto difficile ma ogni volta che bagno le lenze in quell'acqua è un'emozione unica!

Quest'anno devo dirigermi lassù al nord anche io, assolutamente... oppure pusiano, sono entrambi posti al top!

grazie ragazzi spero di avervi trasmesso un po di emozioni...

Si endine è un posto stupendo anche io e mio fratello ci andiamo molto spesso,quest'anno abbiamo gia prenotato una sessione e a breve ne prenotiamo un altra..
Se qualkuno va su mi scriva che magari passo a trovarlo

puoi starne certo caro!

ho la fortuna di stare a mezzora di macchina..
Noi andremo verso meta aprile verso inizio lago

noi di sicuro verso fine maggio, poi vedremo se anticipare o no...

Anche noi volevamo fare fine maggio ma a maggio ho gia un altra sessione,quindi per fare troppi giorni a casa da lavoro nello stesso mese faccio sessioni lunghe una volta al mese..

Da amante del Fiume, devo ammettere che Endine e' un lago MERAVIGLIOSO e ti lascia un segno indelebile anche se ci fai un cappotto!!!!!! Per aver pescato in questa meraviglia, devo ringraziare Ale e Luca, anche se abbiamo beccato l'unico fine settimana di agosto con il diluvio universale!!! Ci tornero' sicuramente visto che ai ragazzi da me citati, verra data la cittadinanza Endiniana! A presto Endine.

zambo68 ha scritto:

Da amante del Fiume, devo ammettere che Endine e' un lago MERAVIGLIOSO e ti lascia un segno indelebile anche se ci fai un cappotto!!!!!! Per aver pescato in questa meraviglia, devo ringraziare Ale e Luca, anche se abbiamo beccato l'unico fine settimana di agosto con il diluvio universale!!! Ci tornero' sicuramente visto che ai ragazzi da me citati, verra data la cittadinanza Endiniana! A presto Endine.

Si mauro quest'estate organizziamo all'alberello per agosto o luglio..