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 INTERVISTA A MAURO BISLERI

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Francesco Cammisa
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MessaggioTitolo: INTERVISTA A MAURO BISLERI   INTERVISTA A MAURO BISLERI I_icon_minitimeGio Ago 25, 2011 11:38 am

Ragazzi spulciando sul web ho trovato un articolo davvero interessante che mi piacerebbe voi leggeste, credo SIA DAVVERO INTERESSANTE... poi la voce è autorevole, insomma chi ha orecchie per intendere...

E’ con enorme piacere e dopo non poca fatica, vitale è stato l’aiuto dell’amico Tiziano PAPAIS, che rendiamo pubblica l’intervista a Mauro BISLERI.
Sicuramente molti dovranno leggerla più volte per capire dove vuol andare a parare il mitico Mauro.
Molte sue risposte potevano essere ben più “democratiche” ma così non è stato, c'è molta carne al fuoco per chi, come me, ama il self made e non trova nel panorama nazionale protagonisti di rilievo che riescano almeno a convincerli sul perché si o perché no di certe soluzioni o bizzarri miscugli oppure non trova mai un nuovo spunto per ripartire lasciandosi dietro una pesante zavorra di convinzioni magari giuste però poco attuabili o comunque superflue ed in certi casi mai drammaticamente determinanti …..buona lettura e per favore fateci sapere cosa ne pensate firmando il guestbook sulla home page del sito….

D1) Si fa un gran parlare di parametri (in una boilie) quali: DIGERIBILITÀ’ – APPORTO NUTRITIVO ed ATTRAZIONE. Vuoi spiegarci in termini pratici come si arriva a determinare questi valori?

Mauro: La digeribilità la si ottiene con la giusta miscelazione totale (in termini di quantità) di tutte le farine ed estratti che determinano la formulazione di un ben determinato tipo di mix. Da non molto tempo si è scoperto che determinate associazioni di farine rendono in termini di digeribilità molto più del loro valore assoluto se considerate singolarmente. Il discorso digeribilità è comunque molto sopravvalutato infatti, le farine (anche di origine animale ) che vengono proposte ai carpisti nei negozi e nei molini specializzati in pasture ed esche sono di tutta affidabilità ed escludendo i caseinati che sono i più indigesti se “associati male” si può in generale comporre mix di base molto digeribili pur non avendo una grande esperienza in materia. L’apporto nutritivo è abbastanza difficile da spiegare, questo è un aspetto che riguarda soprattutto noi ricercatori (ultimamente sto radicalmente cambiando il mio parere in merito a ciò vedi articolo su “evoluzione delle boilies gusto pesce” su carpaxtutti) comunque quando un mix raggiunge un 25% di proteina sicuramente già contiene quasi tutto quello che serve alla carpa per essere attratta sotto l’aspetto nutritivo. Per fare meglio bisogna essere dotati di un bagaglio di studio ed esperienza non da tutti anzi, in Italia quasi di nessuno. L’attrazione la si ottiene dosando in maniera sapiente in un mix di base tutti quei componenti quali, base aromatico gustativa, sweetener, stimolatore e possibilmente sostanze appetenti (chiamate volgarmente aminoacidi) il cui risultato finale, dia una boilie che incontra il più possibile il favore immediato delle carpe. I test in pesca determinano quanto si è lavorato bene in questi termini.

D2) Come facciamo a stabilire a priori se una boilie ha proprietà d’immediatezza o necessita, prima di entrare in pesca, di un minimo di pasturazione preventiva?

Mauro: Questo discorso è molto lungo da affrontare, comunque come già scritto nella domanda 1 in merito all’attrazione una boilie se fatta bene dovrebbe incontrare il favore immediato dei pesci (tralasciando il discorso selezione della taglia essendo questo abbastanza complicato) per le capacità medie che un carpista italiano ha di comporre delle boilies con una buona attrazione immediata, consiglio l’utilizzo di mix a base birdfood oppure Nutty, molto più semplici da usare in abbinamento a basi aromatico gustative di sicura efficacia. Mentre se l’uso cade su boilies basate su mix con farine animali, consiglio data la minore esperienza dei carpisti italiani nell’uso di tali prodotti di pasturare preventivamente il posto di pesca. Lavorare bene e con costanza su prodotti al pesce con le modalità finora descritte alla lunga paga. Associate anche solo ad un birdfood mix una base aromatico/gustativa al pesce che, dopo vari test di messa a punto, incontra il favore immediato delle carpe, può portare a catture di buon livello in un tempo nettamente minore rispetto alla maggioranza delle combinazioni gustative finora usate, in poche parole si può ottenere una selezione sulla taglia dei pesci non tenendo in considerazione l’aspetto nutritivo ma solo quello gustativo. I due aspetti sono comunque una conseguenza dell’altro, solo però quando la boilies che scaturisce da ciò, ha dato prova di attrazione immediata. L’attrazione a lungo termine sarà poi la naturale conseguenza di tutto questo discorso infatti una boilie per essere immediata deve piacere molto e di conseguenza la sua attrazione durerà a lungo.

D3) Molti di noi si stanno gettando con passione e molto sacrificio nel carpfishing invernale anche estremo. Come dev’essere assemblata una boilie invernale per non commettere errori fatali?

Mauro: Come al solito il tutto va in base all’esperienza sulle esche che ogni carpista ha nel suo bagaglio tecnico. Per non sbagliare consiglio in ogni caso boilies basate su birdfood mix che durante l’arco dell’anno hanno dato prova di sicura affidabilità. Non addentratevi in prove o novità proprio in inverno…è un vero suicidio. La carpa per la sua fisiologia gustativa, reagisce molto bene in questo periodo ai prodotti derivati dalla scorza degli agrumi (mandarino, arancio, pompelmo etc..)

D4) Molti carpisti abbandonano le acque che da un decennio subiscono una importante pressione di pesca. C’è un rimedio efficace per trarre in inganno qualche bel pesce?

Mauro: Il rimedio è descritto in parte nella risposta 2, oppure seguire i miei articoli su CarpaXtutti n° 11 e 13. In ogni caso per ottenere buoni risultati in acque a forte pressione di pesca e probabilmente “massacrate” con grandi quantità di ogni tipo di boilies consiglio di operare nel seguente modo:

1) Imparare ad usare Robin Red mix oppure ancora meglio Fish Mix (partendo dai BirdFish) fidandosi dei migliori prodotti sul mercato, modificandoli se serve in maniera opportuna (chi mi segue da tempo su CarpaXtutti sa già come fare)

2) Comporre con questi mix boilies neutre, cioè senza base aromatico gustativa usando però ugualmente sweetener (consiglio fortemente 15 gr di Brewers Malt Extract x Kg di mix) stimolatore d’appetito a base sweet 10 gr e sostanze appetanti. Queste esche saranno perfette per fare la differenza in ogni piano d’acqua a forte pressione di pesca dopo però una lieve pasturazione preventiva oppure avendo a disposizione almeno 2-3 giorni per stare in pesca.

3) Col tempo aggiungere a queste boilies una base aromatico gustativa che incontrando il favore delle carpe le renda più immediate (vedi quanto scritto prima).

Tutto questo lavoro non lo si ottiene che con pazienza e metodicità, di immediato e facile nel carpfishing non esiste niente, non fatevi attrarre dalla novità miracolosa dell’ultima ora, se non sapete esattamente come usarla non combinerete niente, solo con lavoro e test sul campo si ottengono boilies veramente efficaci. Non continuate a cambiare, lavorate su ciò che vi dà fiducia e col tempo i risultati arriveranno.

D5)Gli Aminoacidi. Questi prodotti spaccano in due il mondo dei carpisti. Cosa sono? A cosa servono realmente? Ne possiamo fare a meno?

Mauro: Queste sostanze altamente attrattive (chiamate volgarmente aminoacidi) basate su “appetanti”, ottenuti tramite idrolizzazione di proteine vegetali o meglio ancora animali, sono una componente di indubbia efficacia, capaci di aumentare considerevolmente il potere attrattivo di una boilie sia nell’immediato che a lungo termine, ma solo se questa esca ha già dato dimostrazione di efficacia senza l’ausilio di questo. Solo con una boilie già attrattiva sotto il profilo almeno gustativo e che incontri il favore immediato delle carpe, possiamo fare il salto di qualità aggiungendo sostanze contenenti proteina idrolizzata. Se una boilie non ha dato prova di efficacia nella combinazione minima di base cioè: Mix+ base aromatico gustativa + stimolatore + sweetener, sperare di migliorarla considerevolmente con l’aggiunta di attrattivi idrolizzati è pure utopia. Se su un piatto di M…a aggiungiamo della panna montata sempre M…a resta!! Chiaro??

L’uso di queste sostanze lo ritengo indispensabile solo nella costruzione di boilies per acque “massacrate” dalla pressione di pesca, come descritto nella risposta 4.

D6) E degli aromi? Se ne potrebbe fare a meno?

Volendo …SI!
Però questi prodotti sono importantissimi per costruire una base aromatico gustativa che incontri il favore delle acarpe nell’immediato. Arrivare a questi risultati senza l’ausilio di queste sostanze è molto difficile.
Oggi nel carpfishing, purtroppo l’aroma viene ancora considerato come quel prodotto che serve per attrarre le carpe da lontano. Ebbene questa corrente di pensiero non è del tutto sbagliata ma è oramai obsoleta. L’aroma nella ricerca sui mangimi serve esclusivamente a dare gusto migliore che, incontrando il favore dell’animale gli fa una quantità maggiore di alimento. Tutto questo riportato nella ricerca sulle esche da carpa da come risultato finale la seguente definizione: “l’aroma è quel prodotto che serve a velocizzare il più possibile l’entrata in pesca di una boilie dandogli una fragranza aromatico gustativa che incontra il più possibile il favore delle carpe”.
La componente odore è poi una conseguenza di tutto questo, ma assolutamente di secondo piano. Alla luce di ciò cadono in parte tutte le teorie (per me da sempre assurde) sull’importanza delle varie sostanze solventi. Vi assicuro che quello che conta è l’essenza di base, infatti è quella che dona gusto ed anche odore alla boilie ( non l’alcool o il glicerolo) più questa è valida e più valide saranno le vostre boilies. Nel carpfishing sono certe essenze che sono diventate famose (Scopex, Megaspice, Shellfish ecc) e non le loro diluizioni, che siano queste alcool, olio oppure polvere non interessa niente alle carpe, l’importante è il gusto che queste donano alle boilies. Va poi ulteriormente detto che anche i mix hanno un gusto proprio e perciò devono essere considerati come un enorme aroma in polvere. Più questi sono formati da farine caratteristiche e più sono marcati da un gusto proprio. Ecco la scala dei valori, dal basso verso l’alto (gustativamente parlando): 50/50 Mix, Birfood Mix, Nutty Mix, Birfish Mix, Robin Red Mix, Fishmeal Mix.
Naturalmente questi sono valori non scaturiti dalle nostre chiacchiere, ma dalle catture risultanti da anni di test. Tutto quanto detto sugli aromi è assolutamente indipendente dalla temperatura e dal ph dell’acqua. Questi fattori sono talmente specifici che pur influenzando in minima parte il lavoro dell’aroma, non devono interessare il pescatore ma solo noi ricercatori il cui lavoro è indirizzato anche ad ovviare a questi minimi problemi ottenendo così un prodotto finale di sicura affidabilità in ogni situazione.

D7) E’ Primavera, entri in un negozio di carpfishing per acquistare dei prodotti per fare delle boilies per una sessione di un settimana in un lago naturale. Cosa compri?

Mauro: Compro un Fish Mix di buona marca.
Tra questi vi consiglio il Monster Pursuit Nash oppure il Red Herring della Solar) e lo trasformo in BirdFish correggendolo in questo modo:

350 gr Fish Mix
650 gr Mix di correzione

ecco la formulazione di 1 Kg di Mix di correzione:

100 gr Glutine di Mais
150 gr Farina di mais fine
250 gr Semola di grano duro micronizzata
200 gr Soya tostata micronizzata
300 gr Pastoncino secco

compero inoltre un aroma fruttato tratto dalla scorza degli Agrumi (la diluizione è ininfluente) un aroma al pesce di sicura efficacia ed il Brewers Malt Extract (come sweetener). Alla fine compongo le mie boilies miscelando i due aromi frutta/pesce più le opportune aggiunte di stimolatore d’appetito e di Brewers Malt Extract. Come boilies di riserva compongo 1 Kg di BirFish Mix con la seguente ricetta:

Stimolatore d’appetito Sweet gr 10
Brewers Malt Extract gr 15
Shellfish concentrate ml 2
Attrattivo basato su aminoacidi ml 80
Olio d’oliva qualità economica ml 15

e….buona fortuna.

D8) Derivati del latte si! Derivati del latte no!. Come la pensi?

Mauro: Risponderò soprattutto per chi cerca il fai da te sui mix.
Scordatevi di usare i caseinati, quelli lasciateli agli operatori del settore. Usate esclusivamente latte in polvere intero oppure quello per l’allevamento dei bovini, costa poco e compie egregiamente la sua funzione.
Usate questi prodotti nelle opportune quantità e nei seguenti mix:

50/50 mix max 200 gr
Birdfood mix max 120 gr
Nutty mix niente
Birdfish niente
Robin Red mix max 150 gr
Fish mix max 120 gr

Il latte in polvere durante la bollitura delle boilies subisce una denaturazione della propria struttura proteica questo fenomeno impermeabilizza leggermente la struttura della boilies ma se non supererete i dosaggi suggeriti non ci saranno problemi.
In ogni caso l’apporto gustativo reso in combinazione con le altre farine vegetali o animali, sopperisce di gran lunga al problema impermeabilizzazione.

D9) Da recenti sondaggi di mercato sembra che l’80% dei carpisti si sia abbandonato all’oblio delle ready made. Credi sia giunto il momento, per il restante 20%, di riporre in soffitta pistola pneumatica e tavole di rullaggio?

Mauro: Un dato è assolutamente incontestabile, e cioè che se negli ultimi 6-7 anni, la qualità delle catture è notevolmente aumentata, è perché la qualità delle ready made è notevolmente aumentata.
Ricordo che nei primissimi anni novanta per avere fra le mani una buona boilies bisognava costruirsela a casa, difficilmente almeno in Italia si trovavano ready made decenti (alcune erano veramente orrende) perciò solo in pochi disponevano di esche veramente attrattive. Solo chi era esperto nel self mades poteva pasturare un luogo di pesca, ed ottenere risultati positivi in termini di qualità delle catture. Purtroppo eravamo in pochi a saper fare ciò. Bisleri, Mantovani, Balboni, Guggi e pochissimi altri, questi erano i nomi attorno a cui orbitavano le prime vere nozioni utili per costruire delle buone esche, ma l’informazione era ancora scarsa e la differenza fra noi del settore ed il semplice carpista era spesso abissale. Poi nel maggio del 1994 uscì la prima rivista del settore (Tutto Carpa) fondata grazie all’apporto dei 4 personaggi nominati precedentemente, così poco alla volta i miglioramenti dei carpisti italiani portarono ad un aumento della taglia delle catture. Parallelamente a tutto ciò anche alcune grandi aziende (nash, solar, mistral, R.H. Sensas etc) investirono in Europa nella ricerca sulle ready made aggiungendosi così alla Richworth che, fino ad allora teneva saldamente in mano il mercato delle esche a lunga conservazione. Ora, dopo 10 anni tutto questo sembra medio evo, ma chi come me, ha vissuto in prima persona queste vicende, sa bene quanto i carpisti italiani devono all’evoluzione delle ready made tutti concetti avanzati che in questa intervista state leggendo, andranno a favore anche delle ready made (naturalmente di casa nash) però ritengo che seguendo le indicazioni finora descritte per costruire da se le proprie boilies, si possa alla fine disporre di esche la cui capacità di cattura (se fatte bene) sia di gran lunga migliore di qualsiasi ready made disponibile sul mercato, soprattutto sotto pasturazione preventiva. In conclusione non ritengo assolutamente un oblio l’uso delle ready made, ma invito tutti coloro che trovano nel self made la soddisfazioni impagabile di catturare carpe con esche proprie, a non mollare, anzi ad incrementare il proprio bagaglio tecnico, perché ancora dispongono di un’arma assolutamente inarrivabile dalla pur ormai ottima ready made.

D10) Un grande carpista di nome Leon, ritiene che un buon mix composto di farine vegetali ed in minima parte di birdfood, addizionato di dolcificante ed un basso livello aromatico, ci permette di catturare sempre e ovunque. Sei dello stesso avviso?

Mauro: Sono quasi dello stesso avviso! Solo se si dispone di intere settimane consecutive per entrare in pesca, andando sempre nelle migliori postazioni dei più famosi e redditizi piani d’acqua europei. Ma chi di noi volgari carpisti medi può fare altrettanto? Senza nulla togliere ad un grande carpista come Leon, vorrei vederlo confrontarsi con una sola notte di pesca alla settimana (come il sottoscritto) e posizionandosi spesso dove c’è posto in un piano d’acqua ad alta pressione di pesca (Pusiano, Adda morta etc ) . Con le esche da lui descritte c’è solo da farsi il “segno della croce”!!
Quando si pesca in queste condizioni non bisogna lasciare nulla al caso e spesso sono soprattutto boilies perfette sotto il profilo attrattivo a fare la differenza, interessando in poco tempo i grandi esemplari e non le solite medio-piccole. Chi pesca spesso in queste condizioni sa bene di cosa sto parlando. Non voglio continuare per non addentrarmi in polemiche inutili che deturpano la bellezza del carpfishing, però in certi momenti sembra che alcuni grandi nomi del carpfishing non riescano più a focalizzare la realtà in cui il carpista nostrano si deve confrontare ogni volta che va a pesca…OHE!! VENITE GIU’ DALLA PIANTA!!!

D11) Pensi che l’accanimento col quale si tende sempre a stigmatizzare alcune basi scientifiche nel carpfishing sia frutto di incompetenza, di superficialità o perché tanto i carpisti, essendo solo dei pescatori, non capirebbero?

Mauro: Dal 1988 faccio carpfishing e dal 1993 ho visto nascere il movimento di settore italiano dopo aver vissuto per 3 anni quello francese collaborando allora con la Sensas/Star Baits. In quella azienda ho appreso le basi della ricerca sulle esche e per tutto il tempo che ho collaborato con loro ho cercato di apprendere il più possibile, pendendo dalle labbra di ricercatori famosi quali i fratelli MAHIN o di chimici professionisti quali Jan Marc LEBRETON. Senza questi insegnamenti e senza lo sviluppo di questi, portato avanti studiando spesso da solo e senza l’evoluzione di ciò, sviluppando il tutto e collaborando in casa NASH con Gary BAYES che giudico la più grande mente esistente nella ricerca sulle boilies non avrei mai avuto le nozioni e le basi per fare a mia volta ricerca ed aiutare i carpisti italiani a crescere soprattutto sotto il profilo nozioni sulle esche. Posso sbagliarmi ma in Italia purtroppo non esiste umiltà di imparare. Personalmente ho visto una grande arroganza ed incompetenza di intenti (non di tutti ma di tanti) . ho visto carpisti normalissimi diventare fenomeni solo per aver scritto un articolo o aver catturato (spesso senza sapere come) una bella carpa. Ho letto articoli che continuamente riportano nozioni già scritte e riscritte anni prima oramai obsolete (sfogliate le vecchie riviste e vedrete) senza quasi mai leggere qualche innovazione positiva e questi si definiscono esperti di esche. Sto vedendo carpisti che per diventare collaboratori (ridicoli) di qualche azienda anche piccola, buttano fango su tutto e tutti “Pazzesco”!!
Per fortuna qualcuno bravo c’è, sta a voi capirlo e trarre quello che di buono ha da tramandarvi. Penso però, che i nuovi carpisti (quelli del 2000) siano diversi, ho notato negli ultimi 2 carpitaly ragazzi giovani non ancora avvelenati dal protagonismo, decisi ad imparare ed ascoltare prima di parlare a vanvera…speriamo bene.

D12) Cos’è che fa realmente la differenza tra un carpista ed un carpista eccezionale?

Mauro: Tecnicamente la capacità di catturare (spesso selezionando la taglia) avendo poco tempo a disposizione, ottimizzando tutto il bagaglio di esperienza di cui dispone, sia sul piano capacità di pesca che sul piano conoscenza delle esche. Se poi a tutto ciò aggiungiamo molto tempo da dedicare e piani d’acqua con grosse carpe ecco che nasce la leggenda del grande carpista. Ma per arrivare a tutto ciò bisogna sempre lasciare qualcosa sull’altro piatto della bilancia purtroppo, spesso gli affetti familiari. Molti di questi grandi carpisti si sono rovinati la famiglia, altri non se la sono mai fatta. Vale la pena tutto ciò?? La libertà è bella perché ognuno può pensare e fare ciò che vuole, sempre nel rispetto della legge e del buon gusto…
”FATE UN PO VOI”
Mauro BISLERI


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MessaggioTitolo: Re: INTERVISTA A MAURO BISLERI   INTERVISTA A MAURO BISLERI I_icon_minitimeVen Ago 26, 2011 3:41 am

big bisleri! veramente big!
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MessaggioTitolo: Re: INTERVISTA A MAURO BISLERI   INTERVISTA A MAURO BISLERI I_icon_minitimeVen Ago 26, 2011 9:36 am

condivido in pieno, e spero di incontrare al prossimo carpitaly questo personaggio, in primo luogo per stringergli la mano e poi per chiedergli chiarimenti su un paio di cose che uso-faccio io spesso, che sono esperimenti puri e semplici, ma che concordano con il suo pensiero...
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Giacomo
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MessaggioTitolo: Re: INTERVISTA A MAURO BISLERI   INTERVISTA A MAURO BISLERI I_icon_minitimeLun Ago 29, 2011 3:28 am

"Amminoacidi L’uso di queste sostanze lo ritengo indispensabile solo nella costruzione di boilies per acque “massacrate” dalla pressione di pesca." Cosi si fa'!
FIgo questo bisla

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MessaggioTitolo: Re: INTERVISTA A MAURO BISLERI   INTERVISTA A MAURO BISLERI I_icon_minitime

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