vi racconto un sogno, ma potrebbe rivelarsi realtà un giorno.

l'alba di un nuovo giorno mi fa aprire gli occhi assonnati, ho la faccia congelata, il naso è da circa le 3 del mattino che non lo sento più, il passamontagna ha fatto male il suo dovere, una leggera nebbia avvolge la distesa di acqua e la vegetazione copre a fatica la luce che il sole manda sulla tenda. I teli impediscono al gelo di penetrare e con il primo raggio di sole si bagnano della brina notturna. Non ci sono voci di uccellini festosi che cinguettano, prevale su tutto il silenzio assoluto, ma un momento, sul fondo del lago placidamente si sta muovendo una creatura bizzarra, lunghi bargigli bianchi sfumati al marrone, bocca carnosa, testa affusolata e opercoli branchiali ben delineati che staccano per trama e colore dal resto del corpo, una gobba pronunciata quasi deforma la schiena di questo animale, la pancia gonfia e prominente, squame regolari su tutto il corpo, che vanno da un colore quasi chiaro come il bianco fino al dorato-bronzeo sulla schiena e i fianchi, pinne pettorali e ventrali possenti, dorsale e anale sono distese lungo il corpo, la coda maestosa fende piano piano l'elemento liquido. Essa è attratta da un delizioso banchetto a cui partecipano degli altri esemplari della stessa spece, la mole imponente della nostra amica non scoraggia le piccole sorelle a restare sul cibo, ma essa non si ferma a brucare placidamente, si dirige verso una zona di fondale più sassosa, nella quale percepisce un boccone prelibato, vi si avventa sopra con la grazia di una libellula, la pallina di cibo viene aspirata, ma c'è qualcosa che non va, il grosso ciprinide si rammarica dell'errore e viene colto da una fitta al labbro inferiore, in pochi secondi un uncino di acciaio le ha penetrato il calloso labbro, non fugge, scuote la testa e soffia ansiosamente sulla pallina che un attimo dopo scompare di nuovo all'interno delle fauci del mostro che preso dalla disperazione tenta una fuga...quando all'improvviso un colpo violento le fa penetrare ancora di più l'amo nella carne, è un sasso che aveva visto pochi minuti prima, collegato con un filo all'amo, nel tentativo di spostarlo esso si stacca e la malcapitata pensa di essere libera, inconscia di quello che succede in superficie...
Intorpidito dal freddo mi alzo dalla branda, un paio di bip sulla canna centrale mi avvisano che un curiosone sta facendo suonare uno degli avvisatori, non appena fuori dalla tenda capisco che si tratta di un pesce, la scimmietta è appoggiata al picchetto, decido così di rimettere il filo in tensione, pochi secondi dopo la lenza si de-tende nuovamente ma ha una brusca ripartenza subito dopo. Ferro deciso e percepisco il pesce in canna, è grande, procede lentamente verso la legnaia, cerco in ogni modo di fermarla ma è tutto inutile, quando ad un tratto cambia direzione e si ferma. Immobile, inamovibile, chiamo il socio e si sale in barca, circa 80metri di remate dopo le siamo sopra, si libera dall'incaglio di arbusti sommersi, alcuni si sradicano li sento cedere, la sento nuovamente, il guadino è in acqua, la possente regina ci tira ancora verso il largo, ma la sua forza resa minore dal freddo le impedisce di raggiungere l'obiettivo, infine arresa sale verso la superficie, la vediamo in trasparenza, il socio mi ripete che è grossa, penso a cosa potrebbe pensare lei in questi istanti...
Fa male, tanto male, anche se non perdo sangue fa male, mi preme sull'osso, mi sta lacerando dentro, sto scappando da chissà cosa, dopo quel colpo secco ho sentito tanta resistenza, non riesco ad andare nella mia tana, eccola, la percepisco, la vedo, è lì, a pochi metri dalla foresta sommersa, quei rigogliosi arbusti dove mi sono rifugiata da piccola inseguita da un luccio, saranno passati 15 anni ma ricordo tutto, lì sarò salva. Finalmente, il dolore non passa, ma sono qui e nessuno mi può vedere o catturare, quel filo mi sfrega sulle scaglie, ora sta valicando le mie pinne, è sopra di me, mi tira verso l'alto, mi sta sollevando, il mio nascondiglio!! i miei rami rotti, ci metteranno altri 2 anni a ricrescere le alghe sufficienti a coprirmi la schiena, ma ho ancora speranze, la foresta! voglio liberarmi, e a costo di riempirmi di tagli mi infilerò tra le cozze, ma non riesco, perchè curvo, non ne ho motivo, era da tempo che non mi sentivo tanto stanca, vedo il sole e la superficie, era da una vita che non boccheggiavo aria, e poi così fredda, è la mia fine, ma cos'è quella cosa nera, scappo!! ma non ho più energie, sbatto inutilmente la coda e le pinne ma non c'è niente da fare, sono dentro a una rete, i miei giorni finiscono qui...
M:Guarda qui che bestia, è bellissima, torniamo a riva!!
A:Forza, remiamo!
una volta sulla riva adagiamo quella grossa regina su un lettino imbottito, le togliamo l'amo e dopo la pesatura e le foto di rito, le restituiamo la libertà. 22.3kg, una regina stupenda, non le mancava una squama nonostante il duro combattimento, libera torna placida nel suo mondo....
sono minuti interminabili dentro la mia prigione, chissà per quanto tempo ne avranno queste due creature, quanto mi faranno agonizzare prima di uccidermi...è ora il momento, mi sento sollevare fuori dall'acqua, le mie branchie mi fanno male, sfregano tra loro, è inutile ribellarsi, mi hanno messa su una sorta di letto di alghe dure e fredde, il fondo è spigoloso, ma non mi ferisce, mi sollevano entrambi, e vedo per diverse volte una luce accecante che mi lampeggia addosso, non so cosa stiano confabulando, non li capisco, uno porta il letto di alghe e l'altro mi sta riportando verso l'acqua, la sento, fremo dalla voglia di scappare, ma mi tiene salda ta quelle braccia calde e asciutte, i suoi vestiti mi grattano come la sabbia della frega..ma...un momento, la mia pancia tocca l'acqua, le mie branchie sentono di nuovo l'ossigeno, la mia bocca si riempie di nuovo di liquido, non finirò mai di essere grata a questi due per avermi liberata dal gancio nel labbro, anche se potevano essere più delicati nello sfilarlo, ora mi sta tenendo per la coda, mi fa entrare più acqua nelle branchie, sento le forze che mi abbandonano...un momento, sto meglio, ho una scarica di adrenalina, lo sto bagnando con la cosa, mi ha lasciata, tornerò al mio nascondiglio per recuperare le forze e digerire, sperando di non vedere presto delle palline di cibo, anche se sono davvero buone, ma non come le cozze, quelle sono la mia passione, e le lumachine...via, pensiamo positivo e ritorniamo alla nostra vita.
Torniamo a calare, e poi torniamo in tenda, il sonno ci coglie nuovamente, quando...bibibibibibbipppppp...

la sveglia mi sta avvisando che il sogno è finito e che la lezione mi aspetta...

bello il sogno...e per farlo realizzare??
semplice, iniziamo a curare un paio di spot come se fossero casa nostra e diamo da mangiare sempre alle nostre amiche carpe, prima o poi quello che ho provato l'altra mattina potrebbe realizzarsi, ve lo auguro di tutto cuore, magari non sentirete la carpa che vi parla...ma il divertimento è assicurato!

ahahah... bel sogno ciccio!!!